E’ affascinante osservare come in un mondo di prestigiatori della realtà le banche centrali diventino spesso il salvatori della patria, si quelle che hanno salvato il mondo dal ritorno al medioevo mentre il realtà sono tra i principali responsabili di questa crisi, incapaci di diagnosi puntuali ma accreditate di presunte cure miracolose, che servono solo ad esaltare un pugno di cocainomani che quotidianamente massacra dietro ad un computer l’economia reale.
Come ho scritto nel mio libro Viaggio attraverso la tempesta perfetta … Sino a quando gli organi di vigilanza non godranno di un’alta reputazione, indipendenza e responsabilità, e non saranno in grado di intervenire senza fare favoritismi, l’intreccio perverso che lega politica e finanza non potrà mai essere sciolto.
La notizia del fine settimana può essere data in mille modi, in maniera soft come l’ha presentata il Sole 24 Ore con un innocente occhio di riguardo…
NEW YORK – Chi, davanti agli scandali dell’alta finanza, non vorrebbe ascoltare che cosa accade dietro le quinte, durante gli incontri tra autorità di supervisione e nei colloqui tra queste e i loro grandi controllati, le banche di Wall Street al centro di tante crisi?
Ebbene, a riuscirvi è stata Carmen Segarra, un ex funzionario della Federal Reserve di New York licenziata nel 2012 che ha reagito denunciando la Banca centrale – e due suoi diretti superiori – per aver tenuto un occhio di riguardo per la banca di Wall Street per eccellenza, e tra quelle politicamente più influenti negli Stati Uniti e nel mondo: Goldman Sachs Group.
Quarantasei ore di registrazioni
Un tribunale federale ha bocciato il caso lo scorso aprile, affermando che Segarra non è in grado di collegare la sua cacciata a eventuali irregolarità nella gestione dei conflitti di interessi di Goldman, della cui squadra di supervisione lei faceva parte. Segarra però non si è arresa e ha presentato ricorso. E adesso, soprattutto, sono emerse sue registrazioni segrete dei tempi in cui lavorava alla Fed che offrono nuovi spiragli quantomeno su un vecchio e spinoso sospetto: quello dell’eccessiva generosità da parte di cruciali organi di regolamentazione verso Wall Street, una percezione che Washington dagli anni della crisi ha cercato affannosamente di combattere con una serie di visibili sanzioni. La Fed e «quell’occhio di riguardo nei confronti di Goldman …
Eccessiva generosità la chiamano, una serie di visibili sanzioni le hanno dato povera Goldman Sachs.
La storia del fine settimana , quella di una banda di incalliti criminali appoggiati da istituzioni presunte , la trovate su Il caso Segarra e Goldman Sachs
Il giornalista del sito ProPublica Jake Bernestein, in collaborazione con il programma radio This American Life, ha pubblicato un lungo e documentato articolo in cui racconta tutta la storia dall’inizio (qui si può ascoltare il programma radio che contiene alcune delle registrazioni fatte da Segarra).
Kim: «Ti chiederei di pensare un po’ di più prima di tutto alla scelta della parole che utilizzi e di non arrivare così in fretta alle conclusioni».
Rapporto Beim: «Visto che in molti sembrano avere paura nel contraddire i loro capi, i manager devono ripetere ai loro subordinati che hanno il dovere di parlare, anche contraddicendo i loro capi».
Kim: «Utilizzi troppo spesso la parola “definitivamente”. Quando la utilizzi deve avere il consenso di tutti, non soltanto il tuo».
Rapporto Beim: «Un problema collegato è che cercare di ottenere un consenso generale su tutto può portare all’annacquamento dei problemi rintracciati e all’ammorbimento dei risultati emersi dai controlli. Il compromesso spesso risulta in un linguaggio meno diretto e in richieste meno stringenti alla banca coinvolta».
Non lo fanno apposta in fondo sono bravi ragazzi, non c’è nessun complotto, vengono pagati per chiudere un occhio o magari minacciati chi lo sa?
Per noi di Icebergfinanza nessuna novità, un’associazione a delinquere come ce ne sono molte nella finanza, in fondo abbiamo già capito da tempo come funziona o sbaglio…
Ebbene, a riuscirvi è stata Carmen Segarra, un ex funzionario della Federal Reserve di New York licenziata nel 2012 che ha reagito denunciando la Banca centrale – e due suoi diretti superiori – per aver tenuto un occhio di riguardo per la banca di Wall Street per eccellenza, e tra quelle politicamente più influenti negli Stati Uniti e nel mondo: Goldman Sachs Group.
Un tribunale federale ha bocciato il caso lo scorso aprile, affermando che Segarra non è in grado di collegare la sua cacciata a eventuali irregolarità nella gestione dei conflitti di interessi di Goldman, della cui squadra di supervisione lei faceva parte. Segarra però non si è arresa e ha presentato ricorso. E adesso, soprattutto, sono emerse sue registrazioni segrete dei tempi in cui lavorava alla Fed che offrono nuovi spiragli quantomeno su un vecchio e spinoso sospetto: quello dell’eccessiva generosità da parte di cruciali organi di regolamentazione verso Wall Street, una percezione che Washington dagli anni della crisi ha cercato affannosamente di combattere con una serie di visibili sanzioni. La Fed e «quell’occhio di riguardo nei confronti di Goldman …
Rapporto Beim: «Visto che in molti sembrano avere paura nel contraddire i loro capi, i manager devono ripetere ai loro subordinati che hanno il dovere di parlare, anche contraddicendo i loro capi».
Rapporto Beim: «Un problema collegato è che cercare di ottenere un consenso generale su tutto può portare all’annacquamento dei problemi rintracciati e all’ammorbimento dei risultati emersi dai controlli. Il compromesso spesso risulta in un linguaggio meno diretto e in richieste meno stringenti alla banca coinvolta».