martedì 30 settembre 2014

LA FED E GOLDMAN SACHS: GANGS OF NEW YORK


E’ affascinante osservare come in un mondo di prestigiatori della realtà le banche centrali diventino spesso il salvatori della patria, si quelle che hanno salvato il mondo dal ritorno al medioevo mentre il realtà sono tra i principali responsabili di questa crisi, incapaci di diagnosi puntuali ma accreditate di presunte cure miracolose, che servono solo ad esaltare un pugno di cocainomani che quotidianamente massacra dietro ad un computer l’economia reale.
Come ho scritto nel mio libro Viaggio attraverso la tempesta perfetta … Sino a quando gli organi di vigilanza non godranno di un’alta reputazione, indipendenza e responsabilità, e non saranno in grado di intervenire senza fare favoritismi, l’intreccio perverso che lega politica e finanza non potrà mai essere sciolto.
La notizia del fine settimana può essere data in mille modi, in maniera soft come l’ha presentata il Sole 24 Ore con un innocente occhio di riguardo…
NEW YORK – Chi, davanti agli scandali dell’alta finanza, non vorrebbe ascoltare che cosa accade dietro le quinte, durante gli incontri tra autorità di supervisione e nei colloqui tra queste e i loro grandi controllati, le banche di Wall Street al centro di tante crisi?
Ebbene, a riuscirvi è stata Carmen Segarra, un ex funzionario della Federal Reserve di New York licenziata nel 2012 che ha reagito denunciando la Banca centrale – e due suoi diretti superiori – per aver tenuto un occhio di riguardo per la banca di Wall Street per eccellenza, e tra quelle politicamente più influenti negli Stati Uniti e nel mondo: Goldman Sachs Group.
Quarantasei ore di registrazioni 
Un tribunale federale ha bocciato il caso lo scorso aprile, affermando che Segarra non è in grado di collegare la sua cacciata a eventuali irregolarità nella gestione dei conflitti di interessi di Goldman, della cui squadra di supervisione lei faceva parte. Segarra però non si è arresa e ha presentato ricorso. E adesso, soprattutto, sono emerse sue registrazioni segrete dei tempi in cui lavorava alla Fed che offrono nuovi spiragli quantomeno su un vecchio e spinoso sospetto: quello dell’eccessiva generosità da parte di cruciali organi di regolamentazione verso Wall Street, una percezione che Washington dagli anni della crisi ha cercato affannosamente di combattere con una serie di visibili sanzioni. La Fed e «quell’occhio di riguardo nei confronti di Goldman 
Eccessiva generosità la chiamano, una serie di visibili sanzioni le hanno dato povera Goldman Sachs.
La storia del fine settimana , quella di una banda di incalliti criminali appoggiati da istituzioni presunte , la trovate su  Il caso Segarra e Goldman Sachs
Il giornalista del sito ProPublica Jake Bernestein, in collaborazione con il programma radio This American Life, ha pubblicato un lungo e documentato articolo in cui racconta tutta la storia dall’inizio (qui si può ascoltare il programma radio che contiene alcune delle registrazioni fatte da Segarra).
Kim: «Ti chiederei di pensare un po’ di più prima di tutto alla scelta della parole che utilizzi e di non arrivare così in fretta alle conclusioni».
Rapporto Beim: «Visto che in molti sembrano avere paura nel contraddire i loro capi, i manager devono ripetere ai loro subordinati che hanno il dovere di parlare, anche contraddicendo i loro capi».
Kim: «Utilizzi troppo spesso la parola “definitivamente”. Quando la utilizzi deve avere il consenso di tutti, non soltanto il tuo».
Rapporto Beim: «Un problema collegato è che cercare di ottenere un consenso generale su tutto può portare all’annacquamento dei problemi rintracciati e all’ammorbimento dei risultati emersi dai controlli. Il compromesso spesso risulta in un linguaggio meno diretto e in richieste meno stringenti alla banca coinvolta».
Non lo fanno apposta in fondo sono bravi ragazzi, non c’è nessun complotto, vengono pagati per chiudere un occhio o magari minacciati chi lo sa?
Per noi di Icebergfinanza nessuna novità, un’associazione a delinquere come ce ne sono molte nella finanza, in fondo abbiamo già capito da tempo come funziona o sbaglio…

ITALY’S REVOLVING DOORS

Di cosa volete parlare oggi di euro o di articolo 18, di province o di senato o di unioni civili o di arretrati della PA…
Su coraggio la verità fa male ma Voi siete ostaggi della finanza, siete finiti in un campo di concentramento dove i vostri aguzzini sono loro banchieri e banchieri centrali,  insieme a molti politici conniventi, ma non ditelo in giro in fondo, in fondo, sono le banche centrali che vi stanno salvando con un oceano di liquidità, si serve solo per tenere a galla i loro azionisti, ma non facciamo gli schizzinosi, in fondo c’è chi fa di peggio…o forse no?
Un innocente occhio di riguardo o forse Gangs of New York…suvvia non hanno fatto nulla, stanno solo rubando il vostro futuro!



ONU : il consiglio di sicurezza prevede sanzioni contro i paesi che esportano i jihadisti


L’ONU sta progettando alcune strategie nella guerra condotta contro l’ISIS. Tra le ultime proposte vi è una risoluzione creata con lo scopo di limitare il traffico di coloro che decidono di partire dal vecchio continente per raggiungere la Siria e l’Iraq con l’intento di prendere parte allo Stato islamico.

indexPresidiata da Barack Obama, la riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato una risoluzione finalizzata a limitare il flusso dei jihadisti stranieri verso l’Iraq e la Siria. Questa risoluzione impone agli Stati di impedire ai propri cittadini il raggiungimento dei network collegati allo Stato islamico. L’obiettivo consiste nel limitare il pericolo che potrebbero rappresentare per il paese di origine. L’ONU prevede eventuali sanzioni contro i paesi che non adopereranno misure concrete circa la limitazione delle persone che desiderano raggiungere organizzazioni di natura terrorista.
In questo contesto, Mahdi Jomaa, il capo del governo tunisino, ha dichiarato nel corso di un’intervista concordata con il canale americano CNN che “la Tunisia ha preso tutte le misure necessarie per impedire il flusso di jihadisti tunisini in Siria e in Iraq”. Inoltre, ha tenuto a precisare che la Tunisia è riuscita a smantellare diverse cellule terroriste attive, ammettendo però che ne esistono ancora diverse. “I terroristi hanno saputo approfittare dell’instabilità politica, del periodo di transizione e della frustrazione dei giovani, specialmente dei disoccupati, molti dei quali sono stati reclutati”.
Commentando il discorso del Presidente americano Barack Obama, ha insistito sull’importanza dell’unificazione degli sforzi per far fronte a questo flusso internazionale che negli ultimi mesi ha assunto una notevole importanza.



Fonte :  Di Manuel Giannantonio per 2duerighe

Turchia: il paese si schiera contro l’ISIS, pronti per un’azione via terra



La battaglia area nei cieli dell’Iraq e della Siria ha raggiunto altri bersagli terrositici. Il Pentagono ha confermato l’esito positivo della missione di bombardieri che hanno colpito altri siti appartenenti all’ISIS, 7 in Siria nella zona curda e 3 in Iraq.



erdoGli sontri non si svolgono solo via cielo ma proseguono anche via terra. I terroristi del califfato avanzano in direzione del confine turco. La loro avanzata è necessaria per evitare di rimanere un bersaglio facile per i bombardieri americani. Di ritorno dall’Assamblea generale dell’ONU, il Presidente Erdogan, ha dichiarato di essere pronto a inviare truppe via terra con l’intento di creare una zona protettiva per i milioni di rifugiati che hanno preso la via della fuga dai terroristi.
Dall’Egitto, i militari dell’esercito nazionale hanno fatto sapere di aver registrato l’arrivo di guerriglieri dell’ISIS e di essere in possesso di materiale sequestrato. Tra questi, un computer  che indicherebbe alcuni obiettivi sensibili e bersagli che estenderebbero il conflitto in tutta la nazione egiziana.
Dopo il primo attacco aereo inflitto alla Siria, in questi giorni i raid americani proseguono incentrandosi anche su Al Qaeda che ha colpito un’ambasciata americana a Saana. Un attacco rivendicato per vendicare i bambini vittime dei droni nella provincia di al Jawf. Tuttavia, almeno per ora, gli aerei degli States non hanno nel mirino i territori appartenenti al regime di Assad.
Il Presidente russo Putin, ha dichiarato di essere pronto a procedere militarmente anche in Siria, non senza l’autorizzazione di Damasco, poiché secondo lui, gli Stati Uniti guidano l’attacco di una coalizione in uno Stato sovrano. A fargli eco, le dichiarazioni del primo ministro Lavrov: “Di  fatto Washington ha apertamente dichiarato il suo diritto di usare la forza unilaterale ovunque nel mondo per difendere i suoi interessi”.
L’Iran ha fatto sapere che se i guerriglierei dell’ISIS si avvicineranno ai confini nazionali saranno contrastati con fermezza e durezza.




Fonte:  Manuel Giannantonio per 2duerighe

giovedì 25 settembre 2014

EUROPA: NESSUNA RECESSIONE NE DEFLAZIONE!









Si lo confesso mi sono sbagliato e per questo chiede profondamente scusa, non c’è alcuna recessione in Europa e neppure l’ombra di una deflazione!
L’Eurozona non è in recessione e non c’è il rischio di deflazione. È quanto ha sostenuto il presidente della Bce Mario Draghi, in un’intervista alla radio Europe 1.«Nell’intera Eurozona – ha detto Draghi – non vedo rischi di deflazione ma di inflazione molto bassa per un lungo periodo». Ma se è da escludere l’ingresso dell’Europa in una fase recessiva, pre ora la ripresa continua ad essere «modesta,debole e fragile». Draghi: l’Europa non è in recessione. Il presidente della Bce 
Quindi nessun problema di cosa vi preoccupate, l’unica cosa sulla qual non mi sono affatto sbagliato è che il quantitative easing non servirà a nulla, che l’acquisto di ABS è solo una mossa qualunque che non sotirà alcun effetto in mezzo ad una deflazione…ops scisate una inflazione molto bassa da debiti…
 Per aiutare le nuove imprese, ha spiegato Draghi, «possiamo garantire tutto il credito possibile, ma se in alcuni Paesi per un giovane imprenditore ci vogliono mesi prima di ottenere permessi e autorizzazioni per aprire un nuovo negozio» trovandosi poi «sovraccaricato dalla tassazione» alla fine «non farà richiesta di credito». 
Non ci arriva ancora Draghi o non ci vuole arrivare …

…le riforme strutturali sono quasi tutte viste dal lato dell’offerta ma non è questo il problema. Il problema è la domanda. Se si abbassano retribuzioni, stipendi e pensioni, se si indeboliscono gli ammortizzatori sociali, scenderà la domanda aggregata e si inaspriranno i problemi dell’occupazione e il quadro macroeconomico.

Quindi tutto bene nessun problema niente recessione o deflazione, nessuna traccia, lasciamo l’Europa ed occupiamoci dell’America.

Ieri su twitter un nostro lettore mi ha chiesto preoccupato se la strambata di agosto nella vendita di nuove abitazioni era temporanea o se era sintomi di un trend inarrestabile di ripresa del mercato immobiliare.
In agosto le vendite di case nuove negli Stati Uniti sono aumentate del 18%, il passo migliore in oltre sei anni. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio americano, il dato è cresciuto a 504.000 unità, sopra le 427.000 di luglio (dato rivisto al rialzo dalle 412.000 della prima stima). Gli analisti si aspettavano un dato di 426.000 unità. Su base annuale le vendite di nuove case sono aumentate del 33 per cento. In rialzo rispetto al mese precedente il prezzo mediano, salito dell’8% a 275.600 dollari.Usa, vendite case nuove +18%, miglior passo in oltre sei anni
Fantastico, eccezionale, meraviglioso, questa si che è ripresa!
Peccato che lo stesso Census segnala una possibilità di errore, di scostamento e quindi revisione del dato di oltre il 16 % che su una crescita del 18 % e poco o nulla ovviamente.
Se si da un’occhiata alle ultime relazioni dei costruttori in America non c’è traccia di una rimbalzo di simili dimensioni nelle loro relazioni trimestrali, quindi preparatevi ad una significativa revisione al ribasso il prossimo mese, revisione al ribasso che nessuno prenderà in considerazione.
Inoltre a breve vedremo tornare a scendere i prezzi e questo non è affatto un bel segnale.
Senza dimenticare che se qualche inocuo falchetto alla Fed continua ad insistere con un rialzo dei tassi, come è accaduto nell’ultimo anno il mercato immobiliare subirà nuovi arresti.
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Lo abbiamo scritto più volte, le vendite di nuove abitazioni avvengono principalmente  nella fascia alta di prezzo, con vendite sotto i 250.000 dollari in costante rintracciamento, testimonianza dell’inesorabile declino della classe media americana.
Bene ma torniamo al miracolo italiano dove non c’è ne recessione ne deflazione e ascoltiamo le parole del profeta Padoan, si quello che ha individuato negli ultimi anni ben tre delle ultime ZERO riprese, per non parlare di recessioni, ma si sa serve ottimismo…
“dopo la riforma contenuta nel Jobs Act “il nuovo mercato del lavoro offrirà più prospettive di lavoro, più prospettive di investimento e di crescita e soprattutto retribuzioni più elevate. È una soluzione “win-win”, come dicono in Inghilterra”. Per questo invita le imprese a credere nelle riforme e ad anticipare gli investimenti. (ANSA) 
«Se le aziende ci credono, possono accorciare i tempi del cambiamento. Serve più fiducia. Agli imprenditori dico: credeteci, credete nel futuro, anticipate gli investimenti. Le aspettative si autorealizzano»

…le riforme strutturali sono quasi tutte viste dal lato dell’offerta ma non è questo il problema. Il problema è la domanda. Se si abbassano retribuzioni, stipendi e pensioni, se si indeboliscono gli ammortizzatori sociali, scenderà la domanda aggregata e si inaspriranno i problemi dell’occupazione e il quadro macroeconomico.

Addirittura saliranno le retribuzioni, si senza cancellare la burocrazia e ridurre le tasse sulle imprese. Fantastico, mi sento in colpa per aver analizzato in maniera così realistica la situazione italiana.

Padoan: “Italia in recessione, la crescita dal 2015”

Tranquilli questa è la volta buona, non si può sbagliarne quattro su quattro, diversamente ce ne faremo una ragione!





lunedì 22 settembre 2014

Lavoro, continua lo scontro Governo-Cigl. Camusso: “Renzi sbaglia, serve dialogo”




camusso-ggil-lavoroLA SPEZIA – “Non si possono affrontare temi estremamente importanti senza il dialogo ed il confronto e soprattutto con atti di forza”. A dichiararlo il segretario della Cigl Susanna Camusso che ieri da La Spezia si è nuovamente rivolta al premier, chiedendogli una maggior apertura sulla riforma del lavoro.
Un appello, quello della Camusso, volto a garantire un dialogo con l’esecutivo e ad aprire la strada verso una trattativa proficua, soprattutto dopo le tensioni dei giorni scorsi. “È utile confrontarsi: se il governo continua nello stesso atteggiamento che ha avuto in questi mesi di rifiuto di qualunque dialogo, proseguiremo con la nostra iniziativa e la nostra mobilitazione”, ha minacciato la leader della Cigl, auspicando l’eliminazione di qualsiasi atto di forza finalizzato “a togliere i diritti a chi li ha, senza dare nessuna prospettiva al mondo del precariato”. E per ricostruire il mercato del lavoro, gli obiettivi da perseguire sono numerosi: investire sulla formazione, abrogare tutte le forme di precarietà e di dumping salariale, ricostruire un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, sono alcuni dei punti principali previsti dalla Camusso per tutelare il lavoratore ed eliminare le forme contrattuali che alimentano il precariato.
L’attacco sindacale si somma ai precedenti, e alle accuse di “Tacherismo” il premier aveva risposto con una lettera indirizzata ai militanti dem, nella quale aveva spiegato di voler contrastare il possibile ritorno al passato. “Noi siamo qui per cambiare l’Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna, o almeno ci prova” ha scritto il presidente del Consiglio che ha annunciato la presentazione del Job Act alla direzione nazionale il 29 settembre.



Fonte: Benedetta Cucchiara per 2duerighe

Soldi alla ricerca, Italia solo 17esima in Europa



"Povera" ricerca, in Italia pochi soldi per università e istruzione“ 



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Soldi alla ricerca, Italia solo 17esima in Europa

ROMA - Scuola e università, i due capisaldi della "svolta buona" promessa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. E a guardare i numeri, in effetti, svolta dovrà essere se è vero, come è vero, che nel Belpaese la ricerca sembra essere l'ultimo dei pensieri. Nonostante le idee, almeno quelle, non manchino. 
L'Italia è infatti soltanto diciassettesima in Europa per le spese pubbliche totali destinate alla ricerca, che si attestano all'1,1% del Pil, a fronte dell'1,4% della media tra i ventotto paesi dell'Unione europea. E la situazione non migliora granché se si guarda alla spesa totale in ricerca di settore pubblico e imprese private messe insieme: in questo caso l'Italia si piazza sedicesima, guadagnando una sola posizione.
Leggermente migliore è il piazzamento, tredicesimo posto, considerando la spesa pro capite, secondo l'ultima relazione sui progressi compiuti nell'attuazione dello Spazio europeo della ricerca, presentata oggi dalla Commissione europea. 
Nonostante i non illustri risultati, qualche spiraglio di luce c'è, soprattutto se si guarda alle donne. Su altri aspetti, infatti, l'Italia ottiene posizioni ben più elevate. Ad esempio è sul podio, terza, sulla quota di donne a capo di università e enti di istruzione terziaria: 23,4% guidate da donne in Italia a fronte del 15,5% medio dell'Ue. Un posizionamento elevato si registra anche sulla quota di donne tra i ricercatori esperti, ottavo posto e 20% in linea con la media Ue. 
Infine, elevati sono anche molti dei piazzamenti in merito alle pubblicazioni scientifiche. L'Italia è seconda in Europa sul numero di pubblicazioni per ricercatore: 4,5 in media nel periodo 2000-2011 a fronte delle 2,98 dell'Ue. Forse varrebbe la pena scommettere un po' di più sulla ricerca. 




Fonte: today

sabato 20 settembre 2014

GERMANIA: LE VORAGINI CON LA BANCA INTORNO!










Icebergfinanza è stato l’unica fonte di informazione in Italia che da anni vi racconta la reale situazione delle banche tedesche, la loro totale responsabilità nella crisi di DEBITO PRIVATO che sta attraversando il nostro Paese, mentre i media italiani gettavano una cortina fumogena, l’unico che controcorrente vi ha illustrato nei dettagli la sostenibilità del debito pubblico del nostro Paese.
Innumerevoli articoli vi hanno descritto la situazione, uno su tutti il primo risale all’agosto del 2011 mentre un attacco speculativo era in corso contro il nostro Paese per fini esclusivamente politici…

DATEMI UNA LEVA E…VI DISTRUGGERO’ IL MONDO …

Per chi preferisce una sintesi sul livello di corruzione e manipolazione che esiste nella maggiore banca tedesca che detiene un nozionale derivati pari a 20 volte il Pil della Germania dia un’occhiata qui …
Per chi passa di qui solo oggi una piccola sintesi che non riguarda l’Italia, scritta da altri la stessa strategia … L’ASSALTO TEDESCO ALLA SPAGNA
Quello che oggi mi interessa farvi notare per l’ennesima volta è questo…
La Commissione per l’industria bancaria tedesca ha riferito che i piani della Bce non hanno concesso loro abbastanza tempo per analizzare e verificare i risultati dei test, una volta che verranno rivelati come previsto nella seconda metà di ottobre. Inoltre le 48 ore concesse dalla Bce alle banche per esaminare i dati dei risultati dei test prima della loro divulgazione sono state considerate un tempo troppo stretto. La Bce invece ha ridotto i tempi per evitare fughe di notizie. Due modi di vedere la stessa situazione, due modalità di affrontare il tema in modi opposti.
Sotto queste schermaglie giuridiche si nasconde forse la difficoltà del sistema bancario tedesco di accettare di essere messo sotto esame da un’autorità europea che potrebbe mettere sul banco degli imputati qualche banca tedesca. Una condizione che potrebbe urtare più di una suscettibilità in una Germania abituata ad essere da anni “uber alles”. Ma come si sa nessuno è perfetto.
Ma si sa nessuno è perfetto? Le loro banche sono le principali responsabili della crisi di DEBITO PRIVATO europea e questi vi dicono che nessuno è perfetto?