domenica 30 marzo 2014

Euro? Uscire? Non uscire? Considerazioni


Diciamo che viviamo in uno dei paesi che fino a poco tempo fà era tra i più ricchi del mondo? Si ma dove stava tutta questa ricchezza? Bhé, diciamo innanzitutto, che oggi il futuro del nostro paese si regge a stento, abbiamo già iniziato il  percorso verso un buio tunnel, ed il punto di non ritorno si stà facendo sempre più prossimo! Abbiamo iniziato a chiedere prestiti e con il tempo le banche non ci hanno dato più nemmeno quelli. E questa la chiamiamo ricchezza? La cosa sconcertante è il motivo per il quale le persone, in una sorta di miscuglio di diseguaglianze sociali, non sono state in grado, di contrastare l'avanzata del degrado del nostro paese, attraverso una protesta comune, che avesse un numero abbastanza elevato di adesioni da rappresentare un problema per chi ci governa. 
La forbice della disuguaglianza stà aumentando a dismisura, questo è un problema, che è causato soprattutto dall'indifferenza e dalla non curanza dei fatti. Cercando di essere più concreto possibile:  abbiamo da un lato un insieme di persone che hanno ancora un posto di lavoro e non fanno niente che possa metterlo a repentaglio; abbiamo una quantità in crescita di giovani e non, che ancora riescono a reggersi grazie al lavoro dei genitori o alle loro pensioni e quindi non comprende pienamente le tragedie che si consumano ormai ogni giorno e la disperazione dilagnte di chi perde la casa il lavoro e la famiglia. Dall'altra parte c'è una sorta di bacino di persone che recentemente si è raccolta numerosa sotto la bandiera di Grillo, che in un certo senso ha raggruppato l'indignazione di una buona fetta della popolazione e forse in qualche modo ha limitato il problema della dilagazione della protesta in senso più drastico. L'orologio stà inesorabilmente scorrendo e tra poco credo anche questo argine creato dal movimento 5 stelle, non riuscirà a contenere ancora a lungo questa parte di popolazione, quando non avrà più nulla da perdere dopo che anche questo nuovo governo guidato da Renzi non esaudirà le aspettative che per me erano fin troppo rosee. 
Detto ciò chiediamoci se l'euro è l'unico responsabile della situazione che stiamo vivendo. 
Se ci affidiamo ad i grandi esperti della politica monetaria e dell'economia, troverete su internet da una parte e dall'altra opinioni a favore e non, dove intellettuali accreditati dai mass media ci sbattono la loro laurea ed i loro meriti per raccontarci cose che la stragrande maggioranza dei cittadini ignora o non ne capisce il senso. La comunicazione stessa a questo punto costituisce una sfida. Le difficoltà di comprensione reale sopraggiunge quando si mette in dubbio le parole di chi ci "sorpassa" accademicamente. La fiducia che la maggior parte delle persone ripone nelle parole di questi fantomatici esperti mette in difficoltà la raccolta e la diffusione delle informazioni che i poveri cristi come me cerca con buon senso di mettere insieme. Nessuno è in grado di essere un esperto in tutti i campi e quando si prendono in considerazione possibilità che esulano dalla proprie competenze è del tutto naturale pensare di rimettersi alle conoscenze degli specialisti di altri settori. 
Quali conseguenze comporta però questo atteggiamento, allorquando episodi come quello che hanno visto scendere in cattedra i tecnici come Monti la Fornero ecc..,  che si erano adoperati tecnicamente per risolvere i nostri problemi, ma riuscendo  solo a peggiorare la situazione che è diventata quella di oggi? Data l'estrema frammentazione della popolazione, è difficile immaginare che, nel suo insieme, essa possa confutare o trovare una risposta comune a quello che vi si trova davanti. 
Quello che vi dico è che infondo noi non dobbiamo capire l'economia, noi facciamo parte della società, ci sono persone che assumiamo per capire l'economia, sono i nostri politici, gli assumiamo per mandare loro!!!!  a che fare con gli esponenti dell'alta finanza e non per diventare loro complici.
Allora, da un lato apprendiamo dalle parole dei grandi esperti di finanza che insistono nel asserire che dovremmo abbandonare l'Euro-zona, allora si, che tutti i nostri guai sparirebbero, tanto basta stampare una marea di banconote e dopo qualche anno tanto la recuperiamo l'inflazione generata da questa manovra. Ok! Ma su cosa dovremmo scommettere concretamente per recuperare? 
Dovremmo scommettere tutto sulle capacità delle nostre aziende? Non mi sembra stiano messe tanto bene! Dovremmo scommettere sulle risorse del nostro territorio? Quali risorse? La terra? e quando abbiamo puntato solo sui nostri prodotti? Mai!!! E' meglio importare e favorire gli altri stati! Dovremmo puntare sul nostro turismo? Ma se è l'unica cosa che ci è rimasta con buone potenzialità e non è mai stata sfruttata! cavoli vi rendete conto che una città come Berlino per molti in Europa viene preferita a Roma? Ma siete mai stati a Berlino? Io si! nulla da dire di negativo, ma non è assolutamente la stessa cosa. Lo stesso discorso vale per tutte le altre città d'arte in Italia. Dovremmo affidarci al nostro stato ed ai nostri risparmi? Non ho memoria, anche prima dell'euro, di un abbassamento del debito! Queste sono solo le prime cose che mi sono passate per la mente. Partiamo dal fatto che la maggior parte delle nostre industrie in tempi non di crisi non ha mai puntato sullo sviluppo delle persone stesse, come anno fatto in altri stati, continuando ad investire sull'occupazione formando periodicamente i propri lavoratori in parallelo a ricerca e sviluppo dell'azienda. 
Mi seguite? 
Una testimonianza di ciò, la possiamo constatare oggi! Chi perde il lavoro, spesso, non riesce a reciclarsi, o non è all'altezza di un mondo che gli è cambiato sotto i piedi. E' quando le cose andavano bene che avevamo la possibilità di formare personale, sviluppare progetti e accrescere le capacità non solo dei giovani ma anche di chi giovane non lo era più e che pensava che il lavoro che aveva lo portasse alla pensione. Anche lo stato deve fare la sua, adottando un comportamento di correttezza dei suoi esponenti e del suo operato, che porti concretamente ad efficienza con una vera riduzione della burocrazia, ed efficacia attraverso leggi a sostegno della ricerca del risparmio, eliminando gli sprechi, combattendo corruzione e nepotismo, riconoscendo le competenze dei nostri giovani, dando giusto riconoscimento a chi merita. Secondo voi la politica stà facendo qualcosa in questo senso? Continuano a cantare la filastrocca del povero governo che ha ereditato problemi dai governi precedenti, che dobbiamo combattere l'evasione fiscale, quando nessuno và a toccare i 200 miliardi di euro accertati, generati prevalentemente da una piccola percentuale di mega evasori, che non possono essere toccati e poi ci fanno assistere a quei ridicoli accertamenti fiscali nelle piccole attività commerciali, e spacciano per efficienza della mano dello stato nel far rispettare il pagamento delle tasse. 
Come dicevo all'inizio ci troviamo di fronte il punto di non ritorno e chissà quanti anni avremo di fronte, se le cose non iniziamo a cambiarle noi cittadini, visto che anche noi abbiamo dato il nostro piccolo contributo al problema. A me l'euro non è mai piaciuto, ma devo constatare che dobbiamo mettere in atto qualcosa di più concreto in cantiere e di veloce per poter solo pensare di uscirne indenni!
Una cambiamento ad opera dei cittadini di un paese c'è stato di recente. Tra l'alto non molto lontano. In Islanda. 
Qui, nell'ottobre del 2008 falliscono le maggiori banche del paese, travolte dalla crisi dei subprieme (è una crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2006 negli USA e che ha avuto gravi conseguenze, ancora in evoluzione, sull'economia mondiale, in particolar modo nei paesi sviluppati) non riuscendo a pagare i creditori stranieri le  grandi banche vengono nazionalizzate dal governo, che in banca rotta, accetta gli aiuti del fondo internazionale e dell'unione europea per sanare i propri debiti, ma chiede l'aiuto anche dalla popolazione, con una manovra fiscale da 3,5 miliardi di euro suddivise in circa cento euro al mese a famiglia per 15 anni! Gli islandesi sono 320 mila, su una superficie di circa un terzo dell'Italia, quindi 3,5 miliardi non sono pochi.
Ma visto l'unione della popolazione, dicono no! alla socializzazione del debito, attraverso una mega manifestazione che dura 14 settimane e che infine porta alle dimissioni del governo, a nuove elezioni ed a un referendum che con il 93% di voti decide di non pagare più i debiti contratti dalle banche private nei confronti di altre private. 
Quindi abbiamo un popolo che ha deciso di pagare ZERO alle banche! Oltretutto hanno fatto arrestare i banchieri ed i brokers che hanno fatto speculazioni rischiose. Hanno chiesto le dimissioni oltre che del governo, anche dei vertici della banca nazionale ed i vertici delle autorità di supervisione monetaria, perchè in fondo gli inganni e le mensogne sono state architettate da più di un organo. 
Adesso l'economia islandese è una delle migliori in europa, non ha pagato niente e quindi nessun ulteriore debito. 
Oggi l'italia si trova nella stessa situazione in cui si è trovata l'Islanda nel 2008. Il nostro debito è immenso ed è impossibile da ripagare. Infatti anche se pagassimo il 100% di tasse, riusciremo a pagare solo gli interessi del debito. C'è chi dice : Ma loro erano pochi e più uniti! Io credo che non sia il momento di trovare scuse del genere. La battaglia in Islanda è iniziata da una sola persona! Non biasimo chi decide di andarsene all'estero, ma per chi decide di rimanere è il momento di constatare che il percorso che abbiamo davanti può migliorare solo se ci diamo una mano l'un l'altro.


By Steve portavoce di tivedoitalia

sabato 29 marzo 2014

USCIRE DALL'EURO CI CONVIENE! ECCO LE PROVE



Per la raccolta di articoli che dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, come uscire dall'eurosignificherebbe risorgere per l'Italia; mentre la nostra uscita danneggerebbe la Germania...

SFATIAMO le bufale di politici e media: CONDIVIDI questa immagine su Facebook per favore, aiutateci a "svegliare" la gente... su Facebook l'immagine la trovi QUI


Fonte : Staff nocensura.com 

venerdì 28 marzo 2014

TIC TAC FISCAL COMPACT TIC TAC FISCAL COMPACT!

Mentre in Italia sembra prepararsi il Vietnam parlamentare di Renzi e in Ucraina la dolce Tymoschenko ucciderebbe volentieri con un mitra Putin e bombarderebbe con l’atomica tutti i russi che vivono in Ucraina, andiamo ad occuparci per un attimo delle parole di un altro pifferaio magico italiano, il governatore della Banca d’Italia Visco il quale incomincia seriamente ad occuparsi di 
“Per rispettare gli obiettivi del Fiscal compact europeo non sono necessarie maxi-manovre di riduzione del debito pubblico, perchè basterebbe mantenere il bilancio in pareggio con una crescita vicina al 3%. La regola sul debito pubblico, ha sottolineato Visco, «richiede una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60%. Per rispettarla non è necessario ridurre il valore nominale del debito. In condizioni di crescita ‘normale’, vicina al 3% nominale, sarebbe infatti sufficiente mantenere il pareggio strutturale del bilancio”.
Visco, per taglio debito no a manovre da 40-50 miliardi… e ci mancherebbe dove li troviamo 40/50 miliardi se si stanno scannando per trovarne 10 per regalare 80 euro il biglietto per partecipare alle elezioni europee?
Ma certo è così semplice, perchè non ci abbiamo pensato prima, una crescita nominale del 3 % !!!!











Per PIL nominale si intende il PIL reale aumentato dell’inflazione.
Basta il grafico per capire quanto sia irrealistico oggi ottenere una crescita nominale del 3 % o serve anche l’inflazione, ci facciamo aiutare dall’inflazione, mentre va a passeggio con la deflazione ?
Con una crescita reale prevista dello 0,6% quest’anno e dell’1,1% il prossimo. Queste le stime del Fondo Monetario Internazionale contenute nella bozza del World Economic Outlook secondo quanto anticipato dall’agenzia stampa Ansa ma tanto non ne azzeccano una a morire, servirebbe un’inflazione rispettivamente del 2,4 e 1,9 per giungere a quel risultato, mentre ora stiamo per andare a far visita a nonna deflazione…  In Italia, precisa Eurostat, l’inflazione annuale a febbraio è stata dello 0,4%, in calo rispetto allo 0,6% di gennaio. Un anno prima, nel febbraio 2013, il tasso annuale era al 2,0%. Sempre per l’Italia, l’inflazione mensile è -0,3%.
Ma dai Andrea non farla tanto difficile, basta aumentare l’IVA al 30 % e vedrai che risolviamo tutto! A parte il fatto che l’abbiamo recentemente aumentata e continuamo a disinflazionarci, vogliamo veramente perdere ulteriormente potere di acquisto ascoltando i paranoici dell’inflazione e impoverire il Paese?
Alla fine dell’intervista mi sono commesso perchè tutti i giornalisti economici circondavano Visco e lo assillavano con i loro dubbi e le loro perplessità, riempiendolo di domande. In realtà come sempre in questo Paese nessuno si fa domande, tutti bevono le balle che quotidianamente a turno qualcuno racconta.
Non solo non si fanno domande ma si fanno anche interrogazioni alla vigilanza RAI sul sesso degli angeli La bufala del MoVimento 5 Stelle sul fiscal compact Consiglio alla deputata grillina Dalila Nesci di informarsi prima di fare brutte figure con Claudio Borghi.
Un consiglio al M5S! Si occupi di smontare pezzo per pezzo la casta politica, come sa ben fare ma lasci perdere l’economia, rischia di farsi male e cambi consiglieri economiciche mi viene da piangere.
Mica vi raccontano che sarebbe meglio rinegoziare una fesseria come quella del fiscal compact o del pareggio in bilancio in piena depressione no, vi dicono che in fondo basta crescere del 3 % e magari farsi aiutare dall’inflazione che non esiste.
Povera Italia, davvero, i pifferai magici che frequentano i talkshow sono fantastici!
Ieri a Ballarò visto da milioni e milioni di rimbambiti in Italia hanno fatto un servizio sulle riforme inglesi e hanno detto che la ripresina in  è dovuta anche al fatto che loro hanno tagliato la spesa pubblica…
 
















Si hanno tagliato la spesa PUBICA, ma è mai possibile che basti un grafico per smontare le balle che il servizio pubblico di proprina quotidianamente, ne volete un’altro della tendenza primaria del debito, prima dell’inizio della crisi?




Se volete divertirvi a scoprire le dinamiche della nazione più indebitata al mondo dopo il Giappone, una nazione di carta straccia,fondata solo sul nulla della finanza…

Global debt guide: The debtors‘ merry-go-round | The Economist

Il problema è che sono anche ignoranti, vanno a prendere il peggior esempio possibile per farvi bere la balla del mostro della spesa pubblica da abbattere, utilizzando uno zombie come l’Inghilterra…
Quale altra balla volete che vi smonti oggi?
Mentre il mondo con il naso all’insù attende il rialzo dei tassi dell’immaginario collettivo e tutti fuggono dai treasuries americani perchè il lupo cattivo ha trasferito 105 miliardi in Svizzera presso UBS, gli stranieri si trappano di mano la carta americana…
… La domanda è stata 3,2 volte superiore all’offerta, meno della media pari a 3,5 volte. Gli acquirenti indiretti, che comprendono banche centrali straniere, si sono aggiudicati il 40,9% del totale contro il 26,6% visto recentemente in aste simili e pari ai massimi di almeno due anni. Il decennale vede rendimenti in calo al 2,7281%. Quello a tre mesi è fermo allo 0,0507%.
Questo l’andamento delle altre scadenze:
Titoli a 2 anni, rendimento in ribasso allo 0,425%
Titoli a 5 anni, rendimento in decrescita all’1,709%
Titoli a 30 anni, rendimento in calo al 3,5812%
C’è addirittura quel mattacchione di Plosser, della Fed di Philadelphia che è sette anni che vede inflazione dappertutto e che prospetta i FED FUND addirittura al 4 % nel 2016…infermieraaaaaa!
Ieri la signorina del Conference Board ha telefonato a mister Smith per chiedergli come stava la sua fiducia. Smith ha risposto che è contento perchè ha smesso di nevicare nel suo piatto che piange  poco ottimista sulla crescita del suo salario. Poco importa la signorina ha messo una crocetta sull’ottimismo e ne è venuto fuori un aumento della fiducia di tutta l’America, un pò come fanno a Ballarò a fare i sondaggi dove il 99.9 % degli italiani vuole più Europa.
In febbraio le vendite di case nuove negli Stati Uniti sono calate bruscamente, al minimo da settembre, segno delle continue incertezze del  americano. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio americano, il dato è sceso del 3,3%, a 440.000 unità, sotto le 455.000 di gennaio (dato rivisto al ribasso dalle 468.000 unità della prima stima).
Il dato è stato al di sotto delle 445.000 unità attese dagli analisti.Su base annuale il dato è in ribasso dell’1,1% rispetto a febbraio 2013. Le case disponibili per la vendita sono aumentate e per esaurirle completamente servirebbero 5,2 mesi, contro i 5 di gennaio. In rialzo dello 0,4% rispetto al mese precedente il prezzo mediano delle case nuove, cresciuto a 261.800 dollari.(America24)
Anche questo dato torna al minimo del settembre dello scorso anno, quindi sono sei o sette mesi che non si muove più nulla, probabilmente è tutta colpa della neve caduta ad agosto lo scorso anno.
Si lo so ormai vi ho abituati troppo bene, non vi emozionate neanche più, quando i dati escono pessimi, previsti e condivisi dal Vostro umile analista, tanto c’è Draghi, cìè Weidmann, c’è nonna Yellen che ci frega!


Tratto da : icebergfinanza



I signori del Debito Pubblico Italiano

Se il Giappone ha praticamente la totalità del  in possesso ad investitori domestici, l’Italia migliora la sua situazione portando la percentuale di bondholder nazionali al 68%. Ma è una percentuale mantenibile?

Poter sapere chi possiere la maggioranza del nostro debito pubblico è importante in quanto ti dà la possibilità di capire quanto il debito sia “attacabile” da ondate speculative esterne.
L’esempio più lampante ci è dato dalGiappone. Come può un paese con un debito pubblico cosi mostruoso, in perenne recessione/deflazione (escludendo l’ultimo periodo di Abenomics), continuare ad avere dei bonds così “sotto controllo”?
La spiegazione ce la dà questo Grafico.
Non è certo recentissimo ma poco importa in quanto le percentuali non sono praticamente cambiate. I “foreigners” pesano solo per l’ 8.7%. Tutto il resto del debito è in mano giapponesi.
Capite quindi che, focalizzandoci sull’Italia, dà una maggiore tranquillità il vedere che oggi la percentuale di debito pubblico in possesso ad investitori italiani, è sensibilmente aumentata negli ultimi mesi, arrivando a circa il 68%.
Attenzione però, lo spettro dell’ incombe sul nostro futuro. Infatti è inequivocabile il fatto che l’LTRO ha considerevolmente incentivato ed aiutato questo processo.
Peccato che questa operazione di prestito scadrà a gennaio/febbraio 2015 e…che succederà allora? Se le banche restituiranno i soldi alla BCE, dovranno vendere i BTP? E se hanno in pancia BTP che scadono proprio in quel periodo, che succederà visto che i soldi per sottosscriverli non ci saranno? Inoltre, quanto peseranno gli stress test e l’AQR nei bilanci delle banche italiane nei prossimi mesi?
Insomma, il timore di uno scenario che possa cambiare sensibilmente tonalità è secondo me più che plausibile. Ora non si vedono pericoli e rischi. Ma tecnicamente di rischi ce ne sono eccome. E’ solo uan questione di tempo. Intanto godiamoci l’attimo.


Fonte : Danilo DT

Tratto da : intermarketandmore


martedì 25 marzo 2014

Una passeggiata sempre più sul ciglio

cratere
La percezione del rischio sui mercati finanziari continua ad essere molto limitata. Nemmeno il rischio di una guerra in Ucraina ha scalfito l’umore degli operatori. La disputa Kiev-Mosca è stata rapidamente archiviata come “crisi regionale” e quindi considerata non “sistemica”.
La paura per i mercati è durata solo per un paio di sedute e poi si è tornati a salire.
Questo discorso è ovviamente valido per il mercato azionario ma anche per il mercato obbligazionario. Infatti il famoso “spread” tra il Bund tedesco e il BTP italiano continua ad essere straordinariamente compresso (sempre sotto i 200 punti base) ed i tassi a livelli di minimi importanti.
Questa cosa l’abbiamo notata non solo noi, ma anche gli stessi emittenti.
Infatti, non è assolutamente un caso che in questi tre mesi gli emittenti governativi dell’Eurozona abbiano già raccolto tramite nuove emissioni, circa il 30% delle emissioni programmate per l’intero 2014.
Una percentuale che è notevolmente elevata, addirittura superiore a quella vista quando si godeva dell’LTRO deciso da Mario Draghi.
Il motivo? Più che ovvio: gli stati sanno che queste condizioni sono “anomale” ed è un’eccellente occasione per emettere a tassi molto interessanti (per gli emittenti) e magari anche a scadenze più lunghe. Eccovi l’esempio recentissimo che ha come protagonista la nostra Italia:
Al via il prossimo 14 aprile una nuova emissione del Btp Italia (la sesta) e il Tesoro ha deciso di fissare in sei anni la durata del prossimo Btp legato all’inflazione domestica, a differenza dei precedenti Buoni che duravano quattro anni. (…)Il responsabile del debito pubblico del Tesoro, Maria Cannata, ha dichiarato che “l’operazione andrà bene perché le richieste continuano ad arrivare, ma forse la valanga delle ultime emissioni non c’è la aspettiamo”.(BOL)
Noi, nel nostro piccolo, siamo a circa il 27% di quanto previsto in emissione per tutto il 2014. E anche nel caso dell’Italia si allungano le scadenze e si diminuiscono i tassi. Pensate che il Portogallo, addirittura, ha già emesso il 50% di quanto programmato per il corrente anno.
Inutile ricordarvi che sul mercato regnano dei rischi che non vengono assolutamente scontati: AQR, stress test, aumenti di capitale, elezioni europee, crescita economica asfittica, curve dei tassi che in USA si iniziano a muovere.
E tutto quanto descritto è valido sia per gli stati come per le società. Infatti la storia insegne che è proprio in queste fasi dove i peggiori emittenti (junk bond) approfittano del momento per aumentare sopratutto la duration del debito, complice la bassa percezione di rischio.
Questo grafico è emblematico: i rendimenti dei junk bonds sono ai minimi. Gli emittenti ne sono ben coscienti e ne stanno approfittando.
Forse quindi, queste nuove emissioni rappresentano più rischi che opportunità.

Scritto da : DANILO  DT

Tratto da : pianoinclinato


lunedì 24 marzo 2014

Blackrock, chi sono i nuovi padroni d’Italia


#Blackrock Il gigante d’investimento #USA – il più grande fondo#finanziario del mondo – prepara l’assalto alle medie#imprese #italiane. Perciò sale in tutte le banche.
- di Francesco De Dominicis -
 L’appetito vien mangiando e il boccone Mps, dopo Intesa Sanpaolo eUnicredit, non ha saziato la fame di Blackrock per i«prodotti » made in Italy. Il gigante d’investimento americano - il più grande fondo finanziario del mondo - sta preparando l’assalto alle medie imprese italiane. Il colosso USA venerdì è salito al 5,75% del Monte dei Paschi di Siena e ora è il secondo socio della banca presieduta da Alessandro Profumo dopo la Fondazione di palazzo Sansedoni, scesa al 15%.
Un’operazione che conferma il vivo interesse per le banche della Penisola (secondo azionista sia di Unicredit col 5,2% sia di Intesa col 5%, è poco sotto il 5% in Ubibanca) e, in generale, per il listino di piazza Affari: Blackrock ha infatti una posizione di primo piano inTelecom (attorno al 5%), Generali (3%), Fiat Industrial (4%), Mediaset(2%) e ha circa il 5% di Atlantia, Azimut e Prysmian.
Lo shopping sul listino milanese non si è certamente esaurito venerdì con l’ingresso nel capitale di Rocca Salimbeni. Del resto, le scelte vengono dettate da un algoritmo e per ora l’Italia è tra le mete preferite, tenuto conto che Brasile e Russia sono da poco finite nella lista nera di Blackrock.
Sta di fatto il colosso guidato daLarry Fink - ebreo della California che in 20 anni ha creato un colosso da 4.300 miliardi di dollari di investimenti su scala globale - potrebbe far scattare l’operazione «PMI».
Il progetto, per ora a livelli embrionali, è allo studio con i vertici della CDP (Cassa depositi e prestiti). Pochi giorni fa, secondo indiscrezioni, emissari di Blackrockarrivati dalla sede di Londra hanno incontrato a Roma Bernardo Bini Smaghi, responsabile progetti speciali di CDP. Sul tavolo, la creazione di un «fondo dei fondi» volto a incentivare il mercato deimini bond. Si tratta di strumenti di indebitamento, sostenuti,ma senza successo, dal decreto «Destinazione Italia» varato a febbraio dal governo di Enrico Letta.
La CDP sta passando al setaccio varie soluzioni volte ad aiutare le aziende per utilizzare queste speciali obbligazioni che hanno l’obiettivo di aggirare il credit crunch. I prestiti bancari ormai vengono sistematicamente negati e servono alternative per finanziare lo sviluppo delle imprese. La Cassa vuole sfruttarel’enorme liquidità inutilizzata di Blackrock e dare così un nuovo sostegno alle medie aziende del Belpaese.
Il piano sembra trovare il gradimento del colosso USA che, proprio per studiare a fondo l’economia italiana, ha intensificato le visite dentro i nostri confini: dal quartier generale londinese, i «pellegrinaggi» di manager Blackrock in Italia si sarebbero intensificati da inizio anno. D’altra parte, per comprare un titolo sul listino di piazza Affari bastano grafici e slide, mentre per investire nella cosiddetta economia reale serve una conoscenza diretta del territorio. E forse non è un caso che quest’anno la convention dei 150 top manager Blackrock si terrà in Italia, a Milano.
Comunque, non sarebbero solo i soldi dello «zio Sam» ad alimentare il fondo disegnato dalla CDP. I soldi americani potrebbero essere accompagnati da altre fonti di liquidità: la Cassa intenderebbe coinvolgere nel progetto enti di previdenza e fondi pensione.
Alcuni approfondimenti su questa opzione dovrebbero essere al centro di una riunione, in programma l’1 aprile, tra l’alta dirigenza della CDP e i rappresentanti della COVIP, l’autorità di vigilanza sulla previdenza complementare. Il tutto sotto l’attenta regia del presidente della spa controllata dal Tesoro, Franco Bassanini. Che staprogressivamente mutando la natura della CDP. Senza dimenticare, che lo stesso esecutivo di Matteo Renzi scommette sulla Cassa per sbloccare definitivamente il pagamento dello stock di debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. La crescita del PIL italiano, insomma, passa da via Goito.

Tratto da : Informarexresistere





Sondaggio EURO 3 marzo 2014 (SCENARIECONOMICI) – 47% favorevoli ad Euro, 45% contrari che vorrebbero una nuova valuta nazionale

Sondaggio EURO 3 marzo 2014

Durante l’ultimo sondaggio abbiamo svolto anche un quesito sull’Euro, il solito. Ed i risultati sono stati nettamente più favorevoli all’Euro (e quindi meno rispetto al ritorno ad una valuta nazionale).
L’Euro torna ad essere preferito dalla maggioranza relativa degli italiani, forte il cambio di trend tra gli elettori di Centrodestra e nell’area del non voto.
Nel “Sondaggio Euro 3 marzo” la Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia ed il Movimento 5 Stelle hanno un elettorato posizionato sull’uscita dall’Euro. Di questi, solo la Lega Nord e Fratelli d’Italia si sono posizionati in tal senso.
Il Centrosinistra si conferma monolitico a favore della permanenza nella moneta unica, il PD è il partito che vede il minor numero di favorevoli ad un’uscita dalla moneta unica.
Recentemente anche altri istituti italiani hanno censito l’umore degli italiani a proposito dell’Euro. Per esempio SWG e Demopolis.
Qui invece trovate i dettagli del nostro precedente sondaggio sull’Euro.
Il Giornale invece tratta la questione più su scala europea, dove in effetti i partiti antieuro primeggiano in molti paesi.
sondaggio euro 3 marzosondaggio euro 3 marzo

Tratto da : scenarieconomici

ALLA CORTESE ATTENZIONE DI BLOGGER, ASSOCIAZIONI, GESTORI DI PAGINE







Condivisione dell'appello di nocensura




*** ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI BLOGGER E DI CHI GESTISCE PAGINE FACEBOOK ***

Abbiamo redatto un appello a sostegno della Procura di Trani, che ha aperto un'inchiesta sul "vaccino trivalente"; inchiesta che andrebbe estesa, ma visto lo strapotere delle lobby big pharma, il compito della procura è arduo.

Vedi l'appello:http://www.nocensura.com/2014/03/sosteniamo-la-procura-di-trani-che.html

La procura di Trani tra l'altro è la stessa che ha aperto l'inchiesta sulle agenzie di rating... una procura CORAGGIOSA che va sostenuta senza indugio!

Stiamo cercando di coinvolgere altri blog e pagine Facebook, interessati a sottoscrivere l'appello; per ora oltre a Nocensura.com hanno aderito Informatitalia e Frontediliberazionedaibanchieri.it - e stiamo aspettando la risposta da numerosi altri blog e pagine.

In seguito tutti insieme valuteremo se dare vita ad altre iniziative, come una petizione oppure l'invito a scrivere email ai media, o alla Procura, o altro.

Se gestite blog o pagine e vi interessa sottoscrivere l'appello, pubblicatelo sul Vs blog, anche integrandolo con Vs considerazioni e link, specificate che sostenete l'iniziativa  e comunicatecelo tramite email (redazione @ nocensura.com) o un messaggio FB al mio profilo (http://www.facebook.com/alessandro.raffa) e vi inseriremo nell'elenco dei sottoscrittori, indicando il Link al Vs articolo inoltre pubblicate l'articolo, integrandolo con vs osservazioni o link, e specificate di averlo sottoscritto.

Coinvolgete se possibile altri blog, pagine e/o associazioni se possibile, cerchiamo di fare "fronte comune", sostenere la Procura è importante, sicuramente subiranno forti pressioni ... le lobby sono intoccabili!

Anche se non possedete blog-pagine, se volete aiutare, contattate i blog che conoscete e invitateli a sostenere l'iniziativa! Inviate loro questo appello!

CONFIDIAMO CHE QUESTO APPELLO NON CADA NEL VUOTO, VISTA L'IMPORTANZA CRUCIALE DELLA QUESTIONE; andate a vedere i dati relativi all'AUMENTO DI INCIDENZA DI CASI DI AUTISMO: 

"Parlare di autismo in questi primi anni del terzo millennio, è parlare di un’epidemia. (...) Se fino agli anni ottanta si contavano 3-5 casi su 10.000, oggi si può affermare che un bambino su 155 nati, sviluppa sintomi rientranti nello spettro autistico..." 

LEGGI TUTTOhttp://www.genitoricontroautismo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=962&Itemid=93&lang=it_IT OPPURE leggete questo: AUMENTO del 276 % dell'Autismo negli USA per i Vaccini !http://www.mednat.org/vaccini/autismo%20276.htm - su google trovate numerose fonti:https://www.google.it/#q=aumento+incidenza+autismo

Aumento casi di autismo...

CI AUGURIAMO CHE DA PARTE DEI BLOGGER NON CI SIA INDIFFERENZA AD UNA QUESTIONE COSì GRAVE E CHE RIGUARDA DA VICINO *TUTTI*...
cordiali saluti a tutti

Alessandro Raffa, di Nocensura.com

Vedi l'appello: http://www.nocensura.com/2014/03/sosteniamo-la-procura-di-trani-che.html 





giovedì 20 marzo 2014

Svalutazione – Inflazione, il caso dell’Ungheria (svalutazione 19% – inflazione dal 3/4% a ZERO)

In riferimento all'articolo del 20 febbraio 2014

Ringrazio @sbnt per avermi portato all’attenzione il fenomeno (che mi era parzialmente sfuggito).
weimar1
un distinto tedesco ai tempi di Weimar si appresta ad uscire per fare la spesa..
2 premesse:
- dopo la svalutazione italiana (60%) del 1992, non ci fu inflazione che anzi scese lievemente (al riguardo c’è questo mio articolo di novembre 2013);
- la svalutazione attesa di una nuova valuta italiana è valutata, senza eccezioni, tra il 20 ed il 40%.

Passiamo all’oggetto del post. Il caso dell’Ungheria (paese in cui peraltro ho vissuto in parte del periodo in questione).
L’Ungheria, ricordiamolo, è nella UE ma fuori dall’Euro. Conserva la sua valuta nazionale, chiamata Fiorino Ungherese (sigla HUF).
Questo va anche in risposta a quelli del “ah ma noi con la nostra liretta che fine faremmo..” Se può avere una propria valuta un paese più arretrato del nostro e con solo 10 milioni di abitanti (pari alla sola nostra Lombardia), non vedo che problema dovremmo avere noi. Sono le solite balle per chi non ha argomenti e/o non sa di cosa sta parlando.
Dicevamo dell’Ungheria. Loro, al pari di quasi tutte le valute mondiali, stanno vedendo un deprezzamento della propria valuta nei confronti dell’Euro (ma anche nei confronti del Dollaro). Nel caso specifico per acquistare un EUR, nell’estatate del 2011 erano necessari 263 HUF circa. Oggi ne servono 310. In circa 30 mesi il Fiorino Ungherese ha svalutato di quasi il 20% (313/263… prevengo critiche, se avete dubbi su come si calcola la svalutazione consiglio questo e quest’altro).
Nello stesso periodo, l’inflazione è passata dal 3-4%, per toccare il 6% dopo circa un anno, per poi scendere fino allo zero dove si trova ora (il che peraltro non è nemmeno una buona notizia, pur in presenza di una discreta crescita come l’Ungheria ha).
HUF1
CONCLUSIONI
Chi parla di alta inflazione in caso di EURexit è un terrorista ignorante. Non ci sono precedenti di alta inflazione in caso di svalutazioni nell’ordine del 20-40%. Se ci sono (ma non ci sono) portatemi i casi all’attenzione, prometto post al riguardo.
Chi non capisce la differenza tra svalutazione ed inflazione o è ignorante (e la fila è molto lunga) o è in malafede, o entrambe le cose. In ogni caso (anche in presenza di ignoranza totale) basta leggere il grafico sopra per capire che non è così. Se la moneta si svaluta (o si rivaluta) dei confronti di un’altra moneta non si diviene per questo più poveri o più ricchi, dipende dall’inflazione e dall’andamento dei salari. Per esempio ora noi abbiamo una moneta fortissima, tra le più forti al mondo, ci sentiamo più ricchi? Non penso proprio.
Il potetere d’acquisto determina se noi siamo più ricchi o più poveri. NON LA SVALUTAZIONE! E questo è determinato dall’andamento dei prezzi (inflazione se vogliamo) rispetto all’andamento dei salari.
Di un sistema ad inflazione zero, se non abbiamo un lavoro, se siamo poveri, non ce ne facciamo nulla. Se invece siamo molto ricchi è un buon sistema.
Al contrario, un sistema con moderata inflazione (3-5%) è sicuramente preferibile in quanto spinge consumi ed investimenti (non tengo i soldi fermi se si svalutano) ed è sintomo di un’economia in salute. Al solito è da vedere l’andamento dei salari medi rispetto all’inflazione.

Fonte : ANDREA LENCI per scenarieconomici