mercoledì 2 aprile 2014

Il governo sta' effettivamente impiegando il suo tempo per risolvere i problemi del paese o si sta riciclando?




Prima di tutto c'è lo specchietto per le allodole rappresentato a mio avviso dalla riforma del senato che non ha nessuna attinenza con la crisi economica reale, ma come ci dicono è importante per dare un segnale di fiducia al paese. Ma quale fiducia! Un'altra manovra di riciclaggio che non elimina concretamente il problema. 
Ricordo che anche per le provincie è stato previsto un piano truffa che non toglie il problema, perché se mi cancelli le provincie e ne rimetti altre contornate da qualche città metropolitana (una decina) che è di per se assurdo, in quanto nessuno in europa ne ha un numero così elevato, è logico che il risparmio va a farsi friggere. I governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi anni, da Monti a Letta fino a Renzi, non hanno mostrato particolare fantasia nel proporre soluzioni alla crisi. 
Si è lavorato, sostanzialmente sulla pressione fiscale e sulle privatizzazioni. Si tratta di politiche banali che non afferrano la ripresa. 
A testimonianza di ciò ci sono tutta una serie di dati sulla disoccupazione e indici economici che non sto ad elencare. Il premier Renzi,  ha definito questi numeri “sconvolgenti”. Ancor più sconvolgente è però il fatto che io credo non abbia una soluzione decisiva per uscire da questa spirale. Non ce l’ha perché non è questo che gli viene richiesto né è questo il motivo per cui è stato messo a Palazzo Chigi.
Il compito di Renzi è un altro: fare una politica del deficit aggressiva per un paio d’anni per poi mettere le mani sulle privatizzazioni per mascherare l’aumento del debito dovuto al deficit.
Perché è proprio attorno alle privatizzazioni che si gioca la partita. Renzi deve vendere i gioielli di Stato e farlo alla svelta. L’incasso per il Tesoro potrebbe arrivare a oltre 15 miliardi da Poste (il cui 40% da solo vale 4-5 miliardi), Fincantieri, Enac, Cdp Reti, Sace, Grandi Stazioni, StMicroelectronics.
Intanto la Banca centrale di Pechino ha messo sul piatto 2,1 miliardi per comprare il 2% di Eni ed Enel mentre l’americano BlackRock ha reso noto il suo ingresso nel Banco Popolare con l’1,3% dopo aver preso quote importanti in Unicredit (5%), Intesa Sanpaolo (5%) e Montepaschi (8,5%). 
Quando in europa si cerca di riportare il controllo dello stato sulle società di forniture, come sta facendo per esempio l'Ungheria, l'Italia fa il contrario, e non tanto perche' il governo Renzi vuole svendere quello che rimane delle partecipazioni statali ma soprattutto perché va contro la volontà degli italiani che in un recente referendum si sono espressi contro la privatizzazione delle società di gestione degli acquedotti tant'è che nessuno ha provveduto a rinazionalizzare le società idriche. In una democrazia questo è inaccettabile, ma in Italia dov'è la democrazia? 

By Steve per tivedoitalia




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