martedì 27 maggio 2014

I leader dell'UE devono digerire il voto anti-establishment










I leader dell'UE riuniti a Bruxelles il Martedì (27 maggio ) stanno ancora digerendo il risultato delle elezioni europee , che hanno visto i partiti anti-establishment vincente in Gran Bretagna, Francia , Belgio, Grecia , Danimarca e fare guadagni in diversi altri paesi .

Commentando il risultato, che ha visto, con l'estrema destra, il Fronte Nazionale, raggruppare la maggior parte dei voti francesi di Domenica , il presidente Francois Hollande ha detto che riflette la " sfiducia in Europa e la paura del declino " .

Egli sembrava aver disegnato alcune conseguenze personali dal voto, che però,  ha messo il suo partito socialista al terzo posto con il 13,9 per cento.

Invece , ha accusato l'Europa , per essere diventata "incomprensibile" , e debole nella crescita economica. " Al Consiglio di domani , io ribadisco che la crescita , l'occupazione e gli investimenti devono essere la priorità ", ha detto in un breve discorso sulla TV nazionale il Lunedi sera .


"Io sono un europeo , è mio dovere riformare la Francia e ri-concentrarsi sull'Europa".

Questa retorica riformista è venuta anche dal primo ministro David Cameron della Gran Bretagna , dove l'anti -UE e anti-immigrati United Kingdom Independence Party ha vinto le elezioni per la prima volta nella sua storia.

Cameron Lunedi ha lavorato al telefono con Berlino, Dublino , Stoccolma , Slovacchia e mira a raccogliere consensi per la sua lettura del voto UE : che non ci può essere " no business as usual" . Egli era scarso sui dettagli .

" L'affluenza ed i risultati delle elezioni del Parlamento europeo hanno sottolineato la necessità di una riforma per garantire che l' UE sta facendo di più per fornire ciò su cui gli elettori si preoccupano : l'occupazione , la crescita e un futuro migliore ", ha detto Downing Street in un comunicato stampa .

"I leader Compagni hanno convenuto che si tratta di un momento importante per il Consiglio europeo, di fissare la propria visione sul futuro dell'Unione europea e di fornire una chiara direzione di ciò che ci si aspetta dalla prossima Commissione europea . "

All'inizio della giornata , Cameron ha detto alla BBC che " assolutamente accolto e capito" il messaggio dalle elezioni europee : . "Le persone sono profondamente disilluse con l'UE , e non ritengono che l'attuale regime stia lavorando abbastanza bene per la Gran Bretagna e vogliono cambiare ".

Nel frattempo , in Belgio , il primo ministro Elio Di Rupo incontrerà i suoi colleghi leader come PM custode, dopo che il re ha accettato le sue dimissioni in seguito alla vittoria del partito separatista fiammingo N - VA . L'elezioni nazionali belghe hanno coinciso con le elezioni europee , con i socialisti di Di Rupo punteggio inferiore in Vallonia rispetto alla N - VA nelle Fiandre .

Il primo ministro danese Helle Thorning - Schmidt , un socialista e un potenziale candidato per un posto superiore dell'UE , sta arrivando a Bruxelles in una posizione di debolezza , come il suo partito che è stato sconfitto dal nazionalista , partito anti-immigrati popolare danese , che ha vinto le elezioni Domenica.

Thorning - Schmidt , che è stato recentemente fischiato sul palco durante un comizio socialista il primo maggio , ha detto che era infelice con il risultato ottenuto , ma si è congratulato con DPP per la sua vittoria e ha detto che " con molti voti arriva anche una grande responsabilità" .

Per quanto riguarda il DPP , il suo deputato di piombo Morten Messerschmidt ha detto di voler " tirare l'Europa in un'altra direzione , cioè nella direzione britannica" . Ha detto che il partito di Cameron era un potenziale partner in seno al Parlamento europeo .

In Grecia , dove il partito anti-istaurazione Syriza  è arrivato primo , il Primo Ministro ha detto che non vede la necessità di elezioni anticipate , come richiesto dal leader di Syriza Alexis Tsipras .

Germania, dove un partito anti- euro di nuova costituzione ( AfD ) ha ottenuto meglio del previsto (7 % ) , raccogliendo voti utili dai partner della coalizione del Cancelliere Angela Merkel, sta tirando le proprie conclusioni .

Parlando in una conferenza stampa il Lunedi , la Merkel ha detto che la votazione - che ha confermato il suo cristian - democratico dell'Unione, come il partito più forte - è stato " un segnale importante per l'Europa" e che con la "frammentazione forte , abbiamo difficoltà come grandi partiti , ma nel complesso siamo soddisfatti del risultato " .

La Merkel ha escluso qualsiasi forma di cooperazione con AFD , ma ha detto che vi è la necessità di raggiungere i suoi elettori .

"Dobbiamo mettere in chiaro ciò che rappresentiamo , per tener conto dei timori di coloro che non votano per noi. Dobbiamo prenderci cura dei votanti , ovviamente , " ha detto.

Il suo partner di coalizione , Sigmar Gabriel , il leader dei socialdemocratici , in una conferenza stampa parallela, ha detto che il risultato elettorale riflette l' opinione che "l'Europa è un progetto d'elite , troppo lontano dai cittadini " e che l'unico modo per contrastare questa immagine sarebbe per il prossimo presidente della Commissione europea quello di essere eletto dal " Spitzenkandidaten " proposto dai partiti politici .

Commentando l'esito delle elezioni europee , Karel Lannoo dal Centro con sede a Bruxelles for European Policy Studies , ha detto che questo sito è stato " un disastro per l'Europa" e una reazione all' intergovernamentalismo e dietro le quinte offerte, divenute la norma, durante la crisi dell'euro.

"Abbiamo bisogno di più Unione europea , una maggiore apertura e democrazia , non meno", ha detto Lannoo .

Da parte sua , il capo uscente della Commissione Europea , Jose Manuel Barroso , ha detto in una conferenza della Banca centrale europea in Portogallo, che egli è "estremamente preoccupata" per il risultato della votazione e ha accusato i leader di essere complici di fomentare sentimenti anti - europei .

"Se si spende tutta la settimana ad incolpare l'Europa , non si può chiedere alla gente di votare per l'Europa di Domenica ", ha detto, secondo il Financial Times.




 By Steve portavoce di tivedoitalia












Marine Le Pen promette: “Se vinco io, referendum sull’Ue”


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Se il Front National arriverà al governo in Francia, “organizzerò un referendum, per chiedere ai francesi se vogliono uscire dall’Unione europea”. Lo ha dichiarato Marine Le Pen durante una conferenza stampa 

Lleader del primo partito di Francia chiede ora “la dissoluzione dell’Assemblea nazionale, è evidente, perché bisogna tornare al pMaropolo”. Il governo attuale, ha aggiunto, “non ha la legittimità necessaria per condurre delle riforme”, in particolare quella degli enti locali, per cui “i francesi non hanno mai dato mandato”.
Secondo la Le Pen, dopo il terremoto elettorale, “si deve rimettere il potere nelle mani del popolo” ed eleggere nuovi deputati. Più in generale sul terreno europeo, la Le Pen ha chiesto di fermare il negoziato per il trattato di libero scambio Ue-Usa, che la Francia metta il veto a un eventuale ingresso della Turchia nell’Ue e anche che il governo, contro le regole europee, proceda alla “nazionalizzazione della Alstom per salvare questa azienda strategica francese”.
Quanto alle future alleanze nell’Europarlamento, la presidente del Front national è già pronta alle grandi manovre. Tra i movimenti che “hanno raggiunto il nostro movimento” c’è anche la Lega Nord, ha chiarito. Marine Le Pen non esclude inoltre un’alleanza con Alba Dorata. “Mi recherò domani a Bruxelles proprio per andare a incontrare un certo numero di responsabili politici”, ha detto a BfmTv, citando tra i partiti che incontrerà lo Jobbik ungherese, il bulgaro Ataka e “ovviamente Alba Dorata”. Escluso invece un incontro con il parlamentare dell’Npd tedesco Udo Voigt.


Tratto da : tech-media



Elezioni Europee, vince il PD



Matteo Renzi porta il suo partito al 40,8%. Grillo scende sotto il dato delle politiche (21,2%). Berlusconi fermo al 16,8%.


Alle Europee vince il Pd di Matteo Renzi che, con un dato di oltre il 40%, batte il record di Veltroni (33%) del 2008. Beppe Grillo scende sotto il dato delle politiche con il 21,2% perdendo circa 2,5 milioni di voti; Forza Italia si ferma al 16,8%. La Lega si assesta sul 6,2%, mentre il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano eL’Altra Europa di Tsipras superano sul filo lo sbarramento del 4%.
Un dato che fa capire a tutti che attualmente il Pd di Renzi sarebbe in grado di vincere da solo eventuali elezioni politiche con la legge elettorale dell’Italicum, catturando i voti sia dell’elettorato di sinistra che di destra e costringendo in un angolo M5S e Forza Italia.
Il M5S è andato sotto di venti punti rispetto al Pd, con un’emorragia di voti che, ieri sera, ha ghiacciato il quartier generale di Roma e strozzato l’entusiasmo che era circolato tra i grillini successivamente al trionfo di piazza San Giovanni. Dopo la doccia fredda delle prime proiezioni, l’acqua si è fatta man mano sempre più gelida, quando a notte inoltrata i dati reali che arrivavano dal Viminale hanno confermato il M5S a quota 21.2%, quasi 5 punti in meno rispetto al 25,55% delle elezioni politiche.
Il M5S, nonostante un risultato non positivo, prepara i propri rappresentanti per Bruxelles con il rebus delle alleanze da risolvere, con l’unica certezza del no a Le Pen.
L’altro dato importante risulta essere certamente quello che mostra, nonostante la spinta dei movimenti euroscettici (M5s, Fdi e Lega), il sostegno degli italiani all’Unione Europea, mentre nel resto d’Europa si consolida proprio l’avanzata dei partiti anti-Ue, dalla Gran Bretagna alla Germania, dalla Francia all’Olanda; gruppi anti-Ue che otterrebbero tra i 130 e i 150 seggi, contro i 64 del 2009.
Un vero terremoto in molti paesi Europei, a partire da Francia e Gran Bretagna, dove il Front National di Marine Le Pen e l’Ukip di Nigel Farage si affermano come primo partito, con risultati mai raggiunti nella loro storia, scalzando Ump e Ps da una parte, e Laburisti e Conservatori dall’altra.

Tratto da : ilquorum


Renzi, via libera alle riforme: “Ora non ci sono più alibi”

renzi






“Non ci sono più alibi per non fare le riforme e in Europa si può aprire una terza via fra populismo e restaurazione”. Ne è convinto Matteo Renzi, più che mai soddisfatto del risultato elettorale e della sconfitta grillina.
Commosso dall’esito storico del Pd, il premier ha ammesso di “non essersi aspettato un risultato alle europee con proporzioni così grandi. Inoltre” – ha continuato Renzi – “è quasi commovente perché hai una forte responsabilità, non devi sbagliare un colpo”. E dopo i festeggiamenti, la promessa di mantenere gli impegni in Italia e in Europa: “Se l’Italia sarà capace di fare le riforme del Senato, del Lavoro, della Pubblica amministrazione allora sarà credibile nei confronti della Merkel e dell’Europa”.
Allo slogan renziano, “è arrivato il momento di cambiare”, ha subito fatto seguito il commento dei vinti, in primis Grillo e Berlusconi che hanno accettato la sconfitta, senza nessun cenno di resa. “Forse è ancora presto, in questa Italia di pensionati, ma andiamo avanti”, ha dichiarato il leader del M5S nel suo blog, prendendo ironicamente un Maalox per ingoiare il boccone amaro. Berlusconi, ha tentato invece di giustificare la caduta forzista, imputando il 16 % delle preferenze elettorali alla sua condizione di “prigioniero”.
Ma, accantonate le discordie con l’opposizione, Renzi guarda al futuro del paese, un’Italia che in Europa “non sia più un rimorchio, che non sia vista come il problema, che sia interlocutrice. Perché” -ha affermato il segretario del Pd – “Dobbiamo portare l’Italia a guidare quello che avverrà”.

Fonte: Benedetta Cucchiara per 2duerighe

venerdì 16 maggio 2014

Ingegnarsi per contrastare la non-ripresa


glaciazione
Se voi foste un investitore estero, comprereste il debito pubblico di un Paese che approccia una nuova recessione mentre lo spettro della deflazione di avvicina a rendimenti così bassi che mai si erano mai visti prima?
E le azioni delle banche di quel paese, che detengono nei loro portafogli centinaia di miliardi di quel debito pubblico, sono da comprare o da vendere?
Sembra sia questa la domanda che ieri si ponevano gli operatori, intorpiditi in un aggiustamento che viene-da-sé e bruscamente risvegliati da un inatteso schiaffo sul dato di PIL: altro che miglioramenti, l’Italia torna a registrare PIL con valori negativi. Se le speranze di ripresa si fondano, come il celebre bonus da 80€, su una spirale auto-alimentante di miglioramento delle prospettive, ecco che il loro inatteso peggioramento provoca uno scrollone che sui mercati non si vedeva da tempo: -3,61% l’indice FTSEMIB e spread BTP-Bund che schizza del 20% da 150 a quasi 180 punti.
In attesa di capire se e come il prossimo 5 giugno la BCE interverrà nel tentativo di stimolare l’inflazione, la politica dovrà trovare il modo di lanciare dei messaggi chiari e forti sia ai mercati che ai cittadini, vista l’imminente scadenza elettorale.
Le forze politiche di sistema, tra arresti in Parlamento, latitanze libanesi e crescenti interrogativi sulle coperture di fronte alla prospettiva di una nuova recessione, andrebbero al voto come vacche al macello se non arrivasse una reazione decisa e tangibile.
Sul lato dei mercati finanziari abbiamo goduto negli scorsi mesi di flussi in entrata da investitori esteri, flussi che abbiamo visto ieri quanto rapidamente sono pronti a ritirarsi. Per stabilizzarne l’andazzo occorre agire sull’economia reale, irrobustendola, aiutandola a scongelarsi.
Il danno principale portato dalla Crisi è sul fronte della disoccupazione di lungo termine: restare fuori dal mondo del lavoro per un periodo di tempo troppo ampio riduce le capacità ed intacca il morale, oltre che il portafoglio. Chi è rimasto vittima di questa tagliola non ha redditi da spendere contribuendo a migliorare i consumi e non è visto come una risorsa appetibile da assumere.
Il risultato di tutto questo è che le imprese non trovano sufficiente domanda per i loro prodotti e -spesso- si ritrovano una carenza di lavoratori specializzati. La conseguenza di questo particolare doppio deficit è un calo degli investimenti delle imprese, indipendentemente dal contesto favorevole dei tassi.
Al di là della meritoria iniziativa di rimpolpare gli stipendi di chi ha bassi redditi, bisogna pensare ad un intervento a tenaglia su tre fronti:
  1. Un impianto di incentivi per chi assume (e dà formazione a) i disoccupati di lungo periodo. Questo senza dimenticare di includere i lavoratori in Cassa Integrazione, che non risultano alla voce “disoccupati”.
  2. Regole più severe sulla patrimonializzazione delle banche, affinché la necessità di mantenere tassi bassi non si trasformi in eccessive posizioni di rischio.
  3. Spesa pubblica per infrastrutture a compensazione della minore spesa per investimento privata.
Il secondo ed il terzo punto sono questioni da gestire a livello europeo, ma sul primo punto occorrerebbe un’azione immediata. Un segnale forte. Per non lasciare che le perplessità sulla solvibilità di lungo termine si trasformino in profezie auto-avveranti.


By Andrea Boda per pianoinclinato


Fallimenti aziende in aumento e Pil in calo: la crisi morde ancora




Continuano a arrivare notizie non confortanti sullo stato dell’economia italiana. A cominciare dai dati Istat sul Prodotto interno lordo, che nel primo trimestre del 2014 vedono un calo del Pil dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013.
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Il calo congiunturale è la sintesi di un incremento del valore aggiunto nel settore dell’agricoltura, di un andamento negativo nell’industria e di una variazione nulla nel comparto dei servizi. Il primo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2013. Nello stesso periodo il Pil, in termini congiunturali, è aumentato dello 0,8% nel Regno Unito e ha segnato una variazione nulla negli Stati Uniti. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,1% nel Regno Unito e del 2,3% negli Stati Uniti. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,2%.
Ma non è tutto. Anche i dati sui fallimenti delle aziende sono allarmanti. Secondo i dati del Cerved analizzati dall’Ansa, infatti, tra gennaio e marzo i fallimenti aziendali sono stati 3.811, il 4,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2013.

È un nuovo record, anche se nei trimestri precedenti i default crescevano a doppia cifra e si registra un calo delle chiusure aziendali con forme diverse dal fallimento. “Nel primo trimestre 2014 si contano in tutto 23mila chiusure aziendali – commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved, primo gruppo in Italia nel ‘credit information’ – il 3,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo miglioramento è attribuibile alla diminuzione delle liquidazioni volontarie, che hanno fatto registrare un calo del 5%, e delle procedure non fallimentari (-1,4%)”, che hanno compensato il continuo aumento dei fallimenti.
In particolare, dopo i correttivi portati dal ‘decreto del fare’ alle normative sui concordati in bianco con l’introduzione della possibilità per i tribunali di nominare un commissario giudiziale che monitori la condotta del debitore, si è fortemente ridotto il ricorso al pre-concordato: nei primi tre mesi si contano circa 800 domande, in calo del 48% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Per quel che riguarda i soli fallimenti delle aziende, questi crescono in tutto il territorio ad eccezione del Nord-Est, in cui si registra un calo dell’1,8% e dove però nei quattro trimestri precedenti si è registrato un boom con tassi molto più elevati rispetto al resto della penisola. La crescita dei default è continuata nel Nord-Ovest (+3,7%), nel Mezzogiorno e nelle Isole (+5,7%), ma soprattutto nel Centro con un incremento del 10,3%.
A soffrire maggiormente è il settore dei servizi (+7,3%) e quello delle costruzioni (+6,3%). Ancora in leggero rialzo la manifattura (+0,8%), anche se segna una decisa frenata rispetto ai dati dell’ultimo trimestre 2013″, conclude De Bernardis.


By Francesco Mazzoni per techmedia



Tre politici, uno stivale


Un lucido e pacato 'punto' sull'attuale situazione politica italiana


Della politica di oggi, io penso questo. Renzi è una persona profondamente ambiziosa, e tutto ruota attorno a questo aspetto personale del suo carattere. Quando era Sindaco di Firenze, si metteva sotto i riflettori ogni santo giorno. Ogni volta che lo vedevo mi chiedevo una cosa molto semplice: ma questo quando lavora? No, perché, passi per il parlamentare, che può pure ridursi a premere qualche bottone in aula, salvo non voglia far carriera in televisione, per un Sindaco è diverso. Tra scioperi, scuole e traffico intasato, i primi cittadini hanno rogne quotidianamente. Per questo mi chiedevo come riuscisse a fare il Sindaco. Quando lo vedevo alle prime armi, ne apprezzavo solo una cosa: la determinazione che aveva nello scalare la vetta. Non mi piaceva ilgiovanilismo, cioè non mi piaceva la rottamazione dei vecchi solo perché vecchi. Non mi piaceva il twitterismo, cioè non mi piaceva che avvisasse la popolazione tutte le volte che andava in bagno. E non m’è piaciuta lacena ad Arcore a villa Certosa, perché l’unica cosa che aveva sempre tenuto unito il suo partito era l’odio perBerlusconi. Ma era determinato, si vedeva, e ci voleva poco per capire che per anagrafe, carattere e caratteristiche, sarebbe stato il protagonista della politica italiana. Si può già trarre una morale dall’esperienza renziana: per andare avanti nella vita la determinazione è tutto, altro che passare gli anni a prepararsi.
L’altro giorno ho sentito che Formigli chiedeva ai suoi ospiti di La7 se Berlusconi fosse finito o meno. Secondo me non è finito, perché se parlasse ogni giorno, recupererebbe. Miracolo? Gli italiani sono stupidi? Gli italiani sono corrotti? Non credo. Berlusconi può pure dire cose ovvie e può pure non far niente di quel che promette, ma agli occhi dei più resta una persona che si è fatta da sola, nonostante le condanne e i servizi sociali. Per metà degli italiani, quando ha barato, l’ha fatto perché i meccanismi funzionano soltanto con l’aggiunta dell’olio, con un bel chissenefrega all inclusive ..se dai lavoro a tanta gente. Per l’altra metà, contrastarlo perché ladro o addirittura mafioso è solo una ragione di facciata: la ragione di fondo dell’odio nei suoi riguardi è che Berlusconi è una persona politicamente scorretta. Da un lato, gli piacciono le donne e dall’altro non gli piacciono i comunisti perché da giovane imprenditore se li ricorda infondere odio negli operai contro i padroni, mentre provava a costruire rapporti umani con i suoi dipendenti. Quale credibilità possono avere i puritani che oggi lo attaccano su Ruby e che ieri propugnavano il sesso libero nelle università del sessantotto? Chi può sconfiggere Berlusconi, non sono costoro, né un avversario politico o giudiziario: è solo il tempo, che lo ostacola a suon di diminuzione delle energie fisiche. Mentre l’anno scorso si era profondamente scocciato, ma non avvertiva ancora il peso dell’età, adesso inizia ad avvertirlo, nonostante la sua proverbiale vitalità ed il suo inguaribile ottimismo. Questo altalenarsi di forza e di stanchezza si riflette nella sua politica: quando è stanco,appoggia Renzi, mentre quando si sente in vigore, gonfia il petto tornando il solito Berlusconi, che si sente soltanto imprenditore e che canalizza la protesta contro i politici di professione con una strategia comunicativa diversa da quella di Grillo, non fondata sulla rabbia, ma sulla credibilità che gli garantisce una storia personale costellata di successi.
La politica dell’alternanza è confermata dai dubbi personali che ultimamente lo assalgono: da un lato sa cheMarina sarebbe la sua migliore erede politica, l’unica che gli garantirebbe di mandare a quel paese Renzi; dall’altro se ne oppone alla discesa in campo, sentendo il dovere di difendere i suoi figli e di garantire loro il miglior futuro con lo sforzo minore, proteggendoli dagli attacchi attraverso l’alleanza con l’ex sindaco di Firenze e salvandoli dal fetore della politica. La stessa alternanza si riflette anche sull’Europa, che agli occhi dell’opinione pubblica sta finalmente diventando la vera imputata: quando gli servono voti, Berlusconi fa il Berlusconi, cioè ritorna sé stesso, e fa quello che deve, cioè moneta unica e compagnia cantante, considerandoli la causa principale dell’impoverimento; quando teme attacchi finanziari per le sue aziende, tira i remi in barca premendo il tasto con la stampigliatura di Matteo.
In questo quadretto, l’unica opposizione concreta è rappresentata da Beppe Grillo, perché le altre opposizioni che si creeranno, cioè quelle dell’estrema destra e dell’estrema sinistra, sono troppo spaccate e troppo diverse, per contrastare davvero qualcosa: per intenderci, anche se Crosetto e Bertinotti dicono le stesse cose e dicono entrambi cose giuste, non sarebbe neppure ipotizzabile che governassero insieme. Come Berlusconi, ed a differenza di RenziGrillo non è assetato di potere. Il comico genovese è mosso soltanto da chili e chili dirancore personale contro la politica, perché fu proprio la politica a mandarlo a casa, cacciandolo dalla televisione per aver detto la verità, cioè che i socialisti rubavano. Da qui, la spiegazione della sua politica, che è la politica della vendetta contro la casta e che si basa sul tutti a casa.
Grillo ha già avuto l’occasione per tradire il suo elettorato, quando avrebbe potuto diventare la Lega dellasinistra alleandosi col PD di Bersani. In quel modo sarebbe diventato organico al sistema, cioè si sarebbe sistemato per tutta la vita. Oggi gli dobbiamo riconoscere che non l’ha fatto, preferendo correre il rischio che sta correndo adesso, che è quello di diventare troppo grande, di creare troppe aspettative e di deluderle tutte, scoppiando come una bolla di sapone. Ciononostante, resta l’unica opposizione concreta ad una Europa arida ed insensibile, che incontra come migliore alleato l’ambizione personale di Matteo Renzi.

By Giuseppe Pastore per ilquorum



lunedì 5 maggio 2014

Portogallo annuncia ' uscita pulita ' dal piano di salvataggio Ue-Fmi



BRUXELLES - Il primo ministro portoghese Pedro Passos Coelho Domenica ( 4 maggio ) ha annunciato che il paese esce dal suo programma di salvataggio triennale, senza ulteriori prestiti , proprio come l'Irlanda ha fatto sei mesi fa .

"Il governo ha deciso di uscire dal programma di assistenza, senza ricorrere a qualsiasi tipo di programma di precauzione ", ha detto Coelho , aggiungendo che questa è stata " la decisione giusta " per il Paese .

I Ministri delle Finanze della zona euro, riuniti a Bruxelles il Lunedi, sono tenuti a confermare la sua decisione, al commissario UE Siim Kallas dicendo che la commissione " sosterrà le autorità portoghesi e le persone in questa scelta sovrana " .

L'altro prestatore internazionale coinvolto nel piano di salvataggio , il Fondo Monetario Internazionale , ha accolto con favore l'annuncio.

"Le autorità portoghesi hanno stabilito un forte track record di attuazione delle politiche per affrontare annosi problemi strutturali del paese. Questo fa ben sperare per il Portogallo che esce dal suo programma UE / FMI sostenuto ", ha detto il capo del FMI Christine Lagarde in un comunicato.

Con il costo del debito del Portogallo in forte calo quest'anno, Lisbona è stata incoraggiata dai suoi partner europei a cercare un ' uscita pulita' , come ulteriori prestiti sarebbero soggetti ad approvazione nei parlamenti nazionali, in particolare il Bundestag tedesco .

Il Portogallo è stato costretto a cercare 78 miliardi di euro, per il salvataggio nel 2011 ed ha dovuto adottare misure di austerità dure, che hanno scatenato le proteste di massa e sono stati parzialmente colpiti dalla Corte Costituzionale.

Il Governo di centro-destra di Coelho  ha sostituito le misure respinte con altri tagli di bilancio, come la chiusura delle scuole pubbliche e tagli alla sanità .

Dopo una profonda recessione , l'economia portoghese sta crescendo di nuovo  ma lentamente, la disoccupazione è ancora alta ( 15,3 % ) , anche se è sceso da un picco del 17,7 per cento. I giovani sono colpiti più duramente, con la disoccupazione tra quelli sotto i 25 anni in piedi al 35 per cento.

Il debito del paese è  un ulteriore problema perchè con il piano di salvataggio hanno aumentato l'indebitamento complessivo dal 93 per cento del PIL al 129 per cento.

"Ogni cittadino portoghese ha subito gli effetti dolorosi di una crisi che potrebbe e dovrebbe essere evitato ", ha detto Coelho nel suo discorso Domenica .

Ha detto che molte famiglie stanno ancora lottando , ma che i sacrifici non sono stati fatti invano, come dimostra l'uscita di salvataggio " pulito" .

"Abbiamo riserve finanziarie per un anno che ci proteggerà da qualsiasi turbolenza esterna ", ha aggiunto.

Tutto questo ci fa capire ancora una volta che in Europa i problemi si presentano per tutti, ma la strada per uscire dal tunnel va intrapresa, o quantomeno dobbiamo prenderne inevitabilmente una.


By Steve portavoce di tivedoitalia 





ITALIA: non per tutti esiste la crisi economica

Piena : i dati del CENSIS ci illustrano un’Italia fortemente spaccata. E in questa sede il meglio della settimana.

Purtroppo ci sono cose che si ripetono nella storia. E questa è una delle tante. Quando arrivano le grandi crisi economiche, a rimetterci più di tutti è la cosiddetta “classe media”, il motore portante dell’economia e dei consumi. La conseguenza è un fenomeno già descritto che si chiama sperequazione economica.
Cosa significa “Sperequazione”?
Mancanza di un equo criterio distributivo, specialmente in senso economico. In altri termini si intende una cattiva distribuzione della ricchezza prodotta.
I dati del Censis (per quanto riguarda l’Italia ma vi garantisco che negli altri paesi lo scenario è identico) ci illustrano uno scenario dove i 10 uomini piu’ ricchi d’Italia dispongono di un patrimonio di circa 75 miliardi di euro, pari a quello di quasi 500mila famiglie operaie messe insieme.
Quindi da una parte circa 2mila italiani ricchissimi, membri del club mondiale degli ultraricchi, i quali dispongono di un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi di euro (senza contare il valore degli immobili), e dall’altra i poveri cristi che tirano a campare.
Rtraducendo il tutto in numeri, possiamo dire che lo 0,003% della popolazione italianapossiede una ricchezza pari a quella del 4,5% della popolazione totale.
Ovviamente bisogna mettere sotto accusa tanto erp cominciare le retribuzioni. Infatti, i redditi familiari annui degli operai sono diminuiti, in termini reali, del 17,9%. Gli stipendi degli impiegati sono scesi del 12%, e quelli degli imprenditori del 3,7%, mentre i dirigenti,beati loro, si sono trovati con un aumento in busta paga pari all’1,5%.
Per concludere, fonte ASCA, l’1% dei ”top earner” (circa 414mila contribuenti italiani) si e’ diviso nel 2012 un reddito netto annuo di oltre 42 miliardi di euro, con redditi netti individuali che volano mediamente sopra i 102mila euro, mentre il valore medio dei redditi netti dichiarati dai contribuenti italiani non raggiunge i 15mila euro. E la quota di reddito finita ai ”top earner” e’ rimasta sostanzialmente stabile anche nella fase crisi.
Quindi, se qualcuno dice che la crisi non esiste, oppre che siamo fuori dalla crisi, significa che probabilmente fa parte dell’elite e può permettersi di dirlo. Ma per la maggior parte dei cittadini le cose stanno molto diversamente.
Noi nel nostro piccolo cerchiamo di dare un contributo per meglio rendere edotti i lettori su cosa sta accadendo con gli occhi indipendenti di un appassionato del mondo della finanza.


Fonte : Danilo DT per intermarketandmore





Tasi 2014: nuove regole, stesso salasso




Novità circa la tassa sulla casa. Nel decreto Salva Roma approvato ieri, infatti, erano anche contenute alcune disposizioni in materia di Tasi 2014.
Per consentire ai comuni di finanziare le detrazioni d’imposta sulla prima casa si consente di elevare l’aliquota massima della Tasi di un ulteriore 0,8 per mille (rispetto all’attuale 2,5). Inoltre si incrementa il contributo statale in favore dei comuni di 125 mln (che si aggiungono a 500 mln).


Tasi 2014


Dall’Imu alla Tasi, cambia il nome ma non la sostanza. Che, anzi, spesso peggiora. La tassa sulla casa è infatti in aumento per una abitazione principale su quattro. Ad eccezione di Aosta e di Pordenone, tutte le altre città hanno aumentato l’aliquota da quella base. Nel 24% dei casi la Tasi risulterà più esosa dell’Imu.
Il prelievo fiscale non cresce solo in nove casi su venti per la prima abitazione, mentre per la seconda le tasse restano stabili per un proprietario su due, salgono nell’altro caso. Quasi nessuna città applica per la prima casa l’aliquota Tasi standard dell’1 per mille, quella su cui erano stati fatti i calcoli a fine 2013: tutte puntano ai massimi.
Quanto alle date, chi possiede più di una casa dovrà pagare il 16 giugno, così come i proprietari delle prime case di lusso, ossia quelle nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Per la prima casa se ne riparlerà, invece, a dicembre. L’imposta potrà essere versata con il modello F24 anche in compensazione, quindi utilizzando eventuali crediti d’imposta non chiesti a rimborso. La stessa opportunità riguarda anche il pagamento della Tasi. Per sapere quanto versare si dovrà attendere la delibera comunale. Da quest’anno per avere valore le delibere debbono essere pubblicate sulla banca dati del Dipartimento delle finanze entro il 31 maggio.




Fonte : Claudio Cantelmo per tech-media







Renzi annuncia la sua rivoluzione e attacca i sindacati:” Non ci fermeranno”

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“È iniziata la rivoluzione. Una rivoluzione pacifica, ma che le resistenze del sistema non mi fermeranno”. Ne è convinto Matteo Renzi che, intervistato dal Corriere della sera, ha voluto respingere gli attacchi istituzionali e sindacali al progetto dell’esecutivo di cambiare l’Italia.
Il premier, dopo aver chiarito la fermezza dei suoi propositi, ha sottolineato l’importanza di trasformare il paese in un leader europeo e mondiale, una leadership che dovrà passare necessariamente per il cambiamento.”Non basta cambiare il Senato o le Province o i poteri delle Regioni” – ha ammesso Renzi – “ma se ci riusciamo, se la politica dimostra che può riformare se stessa, allora abbiamo lautorevolezza morale per cambiare gli intoccabili”.
Per quanto riguarda il decreto lavoro, Renzi ha scavalcato il muro delle proteste, invitando i sindacati a non ostacolare il processo delle riforme, già inficiato dalle lotte politiche interne. “Noi non abbiamo problemi ad ascoltarli. Ma vogliamo negare che occorra un cambio radicale delle regole del lavoro? Sogno un sindacato che, nel momento in cui cerchiamo di semplificare le regole, dia una mano e non metta i bastoni tra le ruote. No, non sarà un sindacato a fermarci”.
Ai malumori sindacali si aggiungono anche quelli di Berlusconi, che dopo un’apparente conciliazione, sembra deciso a dichiarare guerra al premier. Il leader di Fi ha infatti dichiarato di “aver avuto speranze su Matteo Renzi ma, di essere piuttosto deluso perché ha messo in campo i vecchi vizi della sinistra”. E infine l’infausta previsione:”Non durerà al di là di un anno, un anno e mezzo”.
Una lotta quella tra Renzi e Berlusconi, più agguerita che mai; lo stesso ex premier ha ammesso di non essere depresso e, pregustando una vittoria alle europee, ha espresso “la sua intenzione di arrivare a un buon risultato, sicuramente superiore al 25 per cento che, aumentato dagli altri partiti, dovrebbe portare il centrodestra a prevalere in una futura tornata per le elezioni nazionali sul centrosinistra”.


Fonte: Benedetta Cucchiara per 2duerighe